2ND TEST: Pirate Treasure Hunter 2 Pro, ottime prestazioni ad un prezzo irrisorio

di Mauro/”Mauroki” – © 2017 by AMD Tech Team

Nota Introduttiva: questo breve articolo non vuole essere una recensione su di una macchina che il nostro compagno di team Riccardo (“Napalm”) ha già ben testata e descritta, ma una conferma dell’ottimo lavoro fatto da lui su questo detector, il Pirate Treasure Hunter 2 PRO.

Quando Riccardo mi ha proposto di prestarmi il suo Pirate ero molto curioso di provare effettivamente tutto ciò che avevo visto e letto su questa macchina. I video fatti da lui e le varie chiacchierate su questo strumento mi avevano veramente incuriosito: come può un metal da 300 Euro avere queste prestazioni mi chiedevo?

Nota del Redattore:
Prima di lasciarvi al resto dell’articolo, vi suggerisco di guardare con attenzione i video realizzati da Riccardo/”Napalm”




Ed ora ecco a voi la seconda rivisitazione di Mauro…
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Che dire, appena arrivata la prima impressione non è stata certo positiva. La macchina si presenta molto spartana: il box che contiene le pile non è altro che una scatola da kit elettronico, il cavo di collegamento piastra-box molto sottile e abbastanza rigido non facevano sperare niente di buono. Le apparenze ingannano! Già dai primi test di separazione e profondità effettuati sono rimasto veramente impressionato. Così come mi aveva consigliato Riccardo, la macchina, come la maggior parte dei detector “Bulgari”, va settata con molta calma. I potenziometri sono estremamente sensibili e necessitano di piccoli aggiustamenti. Inoltre per ottenere il meglio da questo cercametalli, il threshold va tenuto nel punto di soglia appena udibile. Usandolo mi sono accorto che anche la manopola del volume ha un comportamento abbastanza inusuale. Mi spiego meglio: il volume non aumenta linearmente con il girare della manopola ma rimane basso fino a 3-4, dopo di che subisce un repentino innalzamento. La macchina (almeno sui miei terreni, scarsamente mineralizzati) rimane abbastanza silenziosa e stabile, i “chiacchericci” che emette sono facilmente distinguibili dal suono di identificazione di un target che, una volta agganciato, viene ripetuto senza esitazioni.

Alla prima uscita, fatta volutamente in un terreno già passato con tutte le macchine che ho avuto il piacere di provare, non conoscendo il comportamento su ferro della Disc ho preferito scavare il primo chiodo per poi “eliminare” il suo segnale agendo con il pomello della Disc. Ho utilizzato il monotono e mi sono trovato perfettamente a mio agio probabilmente perché ho molta dimestichezza coi detector di questo tipo. Il monotono di questo metal infatti “parla” e dice veramente molto. Dopo poco tempo ho imparato a riconoscere sia la stagnola che le cartucce che rispondono con un tono veramente particolare. Il ferro grosso è facilmente riconoscibile dallo “schiocco” in uscita di tono. Grande profondità unita ad una velocità impressionante per una macchina di un costo così modesto. Le note negative sono relative sicuramente al design; i potenziometri inoltre sono molto sensibili e non è difficile toccarli involontariamente durante il normale utilizzo in ricerca e pertanto non si ha mai la sicurezza di lavorare in maniera ottimale.

Le mitiche 200 lire trovate a profondità da test non potevano mancare … (N.d.R. In realtà, come è noto, sono loro a trovare te!)

Qualche difficoltà l’ho riscontrata nel bilanciamento della macchina per il quale si deve agire sia sull’apposito pomello che su quello del Threshold (problema che sui miei terreni neutri ho già riscontrato su altre macchine).  Ho notato anche la tendenza a “centrare” i target sulla parte destra della piastra all’altezza dell’attacco del cavo. Questa “staratura” non so se sia voluta e se è riscontrabile su tutte le macchine Pirate. Concludendo, si può dire che sicuramente sia una macchina di livello alto con prestazioni invidiabili ad un prezzo veramente contenuto. (Riccardo stai tranquillo te lo ridò pulito e stirato …!!!)

Mauro/”Mauroki”
Vice-Direttore AMD Tech Team
E: mauroki@amdtt.it

Mauro/”Mauroki”

 

 

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