XP MITO III: più potenza, più controllo
Quando ho fatto richiesta al distributore nazionale EB Elettronica di un’unità XP MITO III per test e recensione, sapevo già che sarei stato un bel po’ sotto pressione. Migliaia di detectoristi italiani hanno dimostrato, sin dal lancio della prova, un grandissimo interesse per questa macchina e per le opinioni che avrei espresso nel futuro articolo. Testare questa macchina quindi non è stato semplice, anche perché è un tipo di detector che conoscevo poco: non ho mai infatti utilizzato un XP Mito I o II e neanche il suo genitore originale, l’XP GoldMaxx. Ma non mi sono scoraggiato e, con pazienza e anche grazie al supporto di alcuni amici esperti, ho affrontato il test con grande curiosità ed entusiasmo…
UN PO’ DI STORIA…
Prima di entrare nel vivo della recensione, è utile fare un breve riassunto dell’origine di questa macchina. La sua piattaforma hardware di base è il conosciutissimo e vendutissimo XP GoldMaxx II Power, modello VLF/IB a 18kHz. La XP, secondo quanto raccontatomi direttamente da Alain Loubet, titolare della XP, grazie ad un accordo con il distributore nazionale EB Elettronica, ha permesso a questi ultimi la possibilità di effettuare delle modifiche software al PIC (Programmable Interface Controller) che, in parole povere, governa molti dei processi della macchina. Ovviamente la EB Elettronica ha avuto l’esclusiva internazionale sulla commercializzazione di questo modello e gli ha dato anche un nome molto accattivante: “Mito”.
Nel tempo ci sono state delle evoluzioni che hanno, come tutti sappiamo, preso il nome di Mito II e del modello oggetto della presente prova, Mito III.
Nel corso degli anni e dei successivi sviluppi, tra l’altro, il detector ha ereditato ed implementato le meccaniche superlative che hanno reso celebri le macchine della casa francese, con le aste collassabili che tanto ricordano l’astronave Enterprise di Star Trek.
Facendo velocemente un punto della situazione, ci troviamo di fronte ad un metal detector VLF/IB a 18kHz, ultrareattivo, con software “customizzato” secondo le esigenze dei cercatori italiani e che promette davvero meraviglie.
Ma iniziamo dalle basi…
MECCANICA E ASSEMBLAGGIO
La meccanica di base dell’XP Mito III ricalca esattamente quella dell’ultimo modello XP GoldMaxx II Power di seconda generazione: piastra di serie da 9” DD rotonda, aste collassabili in fibra e metallo, camlock per una veloce e solida regolazione delle lunghezze, controlbox che è possibile tenere sia sotto il poggiagomito che “hip-mounted”, il tutto in un peso davvero esiguo: circa 1.500 grammi.
Montare il Mito III è questione di secondi: la piastra si unisce all’asta inferiore attraverso un classico sistema con vite passante e si connette al control box con un connettore multipin dotato di ghiera di fissaggio. Il cavo, davvero molto lungo per permettere all’utente di tenere il box alla cintura, andrà avvolto con cura intorno alle aste. Fate attenzione a questo passaggio! Se si tiene il cavo lasco e gli si da possibilità di muoversi, è possibile che la piastra ne rilevi il movimento dando falsi segnali quando si spazzola.
Il box si unisce all’asta attraverso un semplicissimo sistema ad incastro o, qualora si preferisca, è possibile montarlo alla cintura grazie al copri-box in nylon dotato di passanti.
Tra l’altro, cosa graditissima, nella confezione viene fornito anche un utilissimo copri-box in nylon che permette di proteggere l’unità centrale da schizzi d’acqua, pioggia, fango e altri agenti esterni.
I controlli del Mito III sono esattamente identici a quelli del Mito II e del GoldMaxx II: due interruttori switch a tre posizioni e 4 pomelli analogici a corsa singola.
Il primo switch permette di impostare non solo il canale audio per le cuffie wireless opzionali (in modo da permettere di scegliere quello meno disturbato, in presenza di altri detector o di sorgenti EM esterne) ma anche di applicare un piccolo shift di frequenza per contrastare le possibili interferenze dovute, anche in questo caso, ad altri detector, tralicci dell’alta tensione o altri generatori EM. In condizioni normali e utilizzando una normale cuffia con filo o addirittura senza, è possibile scegliere una qualsiasi delle tre posizioni senza alcuna differenza.
Il secondo switch invece permette di regolare, sempre su tre livelli, il cosiddetto “Silenzioso” (“Silencer” nel GoldMaxx). Si tratta di una funzione che spesso in passato ha creato dubbi e mal interpretazioni da parte degli utenti. Nel corso dell’articolo spiegherò meglio a cosa serve e, soprattutto, come utilizzarlo al meglio.
I pomelli presenti andranno invece a regolare rispettivamente: il livello di sensibilità, il cosiddetto “volume del ferro”, la discriminazione e l’abbattimento del terreno. Il primo di questi pomelli ha anche la funzione di accensione e spegnimento della macchina mentre quello della discriminazione permette anche di selezionale la modalità “multitono” senza discriminazione o “tono singolo” con discriminazione.
Accanto a questi controlli troveremo una presa jack standard da 6 mm per cuffie con filo e un piccolo speaker che permette di sentire i suoni del detector qualora preferissimo non utilizzare ne la cuffia a filo ne una delle cuffie wireless prodotte dalla XP.
ACCENDIAMO I MOTORI!
Sono sicuro che, come me, non vedete l’ora di accendere il vostro Mito III! Basterà ruotare un pochino il pomello della Sensibilità e sentiremo un click meccanico e una breve melodia acustica che ci segnalano che la macchina è accesa. Dopo qualche secondo, sentiremo altri suoni che ci daranno conferma che la macchina è pronta alla ricerca o, in alternativa, ad essere settata in modo diverso.
Prima di andare avanti con l’analisi del detector, mi preme darvi un importante consiglio: leggete bene il manuale di istruzione allegato! Specialmente se provenite da macchine NON prodotte dalla XP. Vi accorgerete infatti molto presto che alcuni dei concetti che magari conoscete benissimo sui vostri attuali strumenti, sono stati implementati dall’azienda francese in modo differente ma al tempo stesso davvero in modo intelligente, specie se desidera ottenere prestazioni di punta. E posso assicurarvi sin da ora che questo detector è capace di performance strepitose!
PORTIAMO IL MITO III SUL CAMPO!
La prima cosa da fare è regolare l’abbattimento del terreno. Già qui si evidenziano le prime differenze rispetto a tanti altri modelli prodotti dalle aziende concorrenti. Solitamente questa procedura, nelle macchine a completo controllo manuale del bilanciamento del terreno, si effettua stabilizzando il suono di soglia, fino a renderlo uniforme, mentre si “pompa” la piastra sul terreno. Ma il Mito III non è dotato di suono di soglia! Come si procede allora? Semplice, basterà pompare la piastra sul terreno fino a quando gli eventuali suoni prodotti quando questa si avvicina o si allontana dal terreno si annullano. Fate però molta attenzione a questa procedura. Non solo dovrete ruotare lentamente il pomello dell’Abbattimento del Terreno, ma dovrete anche agire sul livello di sensibilità. Potrebbe infatti accadere che, con un livello di sensibilità impostato troppo in alto, non riuscirete mai a far “quietare” lo strumento. Vi consiglio quindi di procedere in questo modo:
- Impostate la sensibilità a valori molto bassi
- Pompate la piastra sul terreno e, ascoltando i suoni prodotti, agite sul pomello dell’abbattimento
- Quando la macchina diventa silenziosa, aumentate un po’ la sensibilità e ripetete il pompaggio
- Se la macchina è ancora stabile, aumentate ancora la sensibilità
- Quando non riuscirete più a silenziare la macchina significa che avete oltrepassato il punto ottimale. A questo punto riducete la sensibilità e verificate che stavolta si azzittisca durante il pompaggio e la modifica dell’abbattimento del terreno.
In questo modo avrete impostato la macchina al meglio delle sue capacità PER QUELLO SPECIFICO TERRENO.
Ovviamente, di tanto in tanto, se sentite che la macchina diventa troppo nervosa e produce falsi segnali, rieffettuate la procedura sopra indicata per tornare alla massima performance.
Una cosa che mi è sembrato di notare è che il Mito III, circa l’abbattimento del terreno, sia stato “orientato” verso una migliore gestione dei terreni mineralizzati. Ho potuto verificare personalmente che, durante le mie sessioni di ricerca vera, sembra sia più facile stabilizzare lo strumento quando il terreno è mineralizzato rispetto a quando non lo è. Ma niente paura… Anche su terreni neutri sarà possibile lavorare alla grande, semplicemente diminuendo un po’ la sensibilità e bilanciando il detector come spiegato prima, e saranno comunque garantite profondità eccellenti.
Come ho accennato all’inizio, uno dei pomelli permette di controllare il livello di discriminazione o, se azzerato (indicato come “AUTO” sulla serigrafia), far entrare il Mito III in modalità di discriminazione Automatica. Personalmente quest’ultima è la modalità che suggerisco di usare all’inizio dato che offre una buona selettività ma mantiene tutte quelle sfumature di suono che vi permetteranno, con un minimo addestramento, di imparare ad ottenere il massimo dallo strumento. Successivamente magari potrete passare alla modalità NON AUTOMATICA e definire di volta in volta, a seconda delle caratteristiche del terreno, la migliore posizione del pomello di discriminazione.
Volendo è possibile impostare il detector a 2 toni utilizzando l’interruttore SILENZIOSO. Come recita il manuale: “Impostate l’interruttore SILEZIOSO dalla posizione I alla posizione II e viceversa per 2 volte. Lo strumento si imposterà nel modo Doppia Tonalità bassa/media, o nella modalità Mono-Tono se il potenziometro DISCRIMINAZIONE è impostato al minimo.”
In modo multi-tono, il Mito III emetterà un tono basso per i target ferrosi, un tono intermedio per quelli a medio-bassa conduttività (alluminio, stagnola, nickel, piccoli oggetti in oro), ed un tono più acuto per gli oggetti ad alta conduttività (oggetti in oro più grandi, rame, bronzo, argento)
Per chi fosse preoccupato di diventare matto in questa modalità ALL METAL, ecco che vengono in soccorso ben due controlli: SILENZIOSO e VOLUME DEL FERRO.
Il controllo di SILENZIOSO, modificabile con un interruttore a tre posizioni, sarà utile per gestire tutti quei target che producono un “mix” di segnali, sia ferrosi che non ferrosi. E’ il caso dei tappi a corona o di altri oggetti ferrosi di dimensioni generose. Spostando l’interruttore da 0 a I o a II, applicheremo una discriminazione sempre più aggressiva, abbattendo di fatto questi target non desiderati. Ma facciamo attenzione! E’ cosa nota ai cercatori più esperti che anche i target nobili, quando sono in profondità e in special modo su terreni mineralizzati, tendono a produrre segnali variabili tra il ferroso e il non ferroso. Esagerare con l’impostazione del SILENZIOSO quindi potrebbe significare perdere alcuni dei target più profondi. Ovviamente si tratta di una decisione che sta a noi, specialmente considerando il grado di “infestazione” del terreno nel quale ci troviamo ad operare.
Il VOLUME DEL FERRO è forse uno dei parametri che più, nel corso degli anni, ha creato diatribe, discussioni, mal interpretazioni e dubbi. Con questo pomello saremo in grado di regolare il volume del suono basso che è normalmente associato ai target ferrosi. Una impostazione al minimo, farà diventare il nostro MITO III un vero “ammazza-ferro”, permettendoci, anche in modalità AUTO/ALL METAL, di zittire i target ferrosi (almeno quelli non troppo grandi) o quantomeno di far produrre alla macchina un suono decisamente “spezzato”, sintomo che stiamo discriminando un oggetto rilevato come ferroso.
Detta così potrebbe sembrare ovvio che impostarlo al minimo sarebbe SEMPRE consigliato… ma non è la verità!
Come ho detto poco fa, i target nobili profondi implicano sempre un suono più instabile, che passa quindi per toni alti, medi e bassi. Il tutto poi è accentuato dal livello di mineralizzazione del terreno che, quando è elevato, tende a far slittare l’identificazione dei target non ferrosi verso la zona del ferroso. In questo caso, avrete già capito, tenere il Volume del Ferro al minimo avrebbe come conseguenza di “aggredire” in maniera troppo brutale questo tipo di target, rischiando di farceli perdere.
La soluzione ideale? Lavorare con il Volume del Ferro al livello più alto possibile, in modo da lasciare più elasticità allo strumento ed offrirci un numero maggiore di sfumature di suono.
Qui c’è un punto davvero critico nel capire come funzionano le macchine XP.
Il suo progettista principale, Alain Loubet, a differenza di quanto hanno fatto tanti altri costruttori, che preferiscono una discriminazione più aggressiva e netta, ha fatto una scelta radicale: lasciare la scelta se scavare o meno sempre di più all’utente e sempre di meno allo strumento. E’ appunto nell’esperienza, nell’orecchio, nell’intuito e nel coraggio (in alcuni casi) dell’operatore sapere come interpretare quelle sfumature di suono e capire quando si tratta di un target buono profondo, o di un semplice pezzo di ferraglia. Si tratta di una scelta fondamentale che pone l’uomo, il detectorista, al centro dei processi decisionali, piuttosto che fornire un supporto elettronico che, potrà anche essere abbastanza affidabile, ma non ci permetterà mai di avere il massimo delle prestazioni.
Il Mito III, come tutti i suoi predecessori, non è dotato di pinpoint integrato. Questo ovviamente potrebbe scoraggiare un po’ i novizi, che trovano spesso fondamentale questa funzione. Fortunatamente l’XP è così reattivo, veloce e preciso da non far sentire quasi mai la mancanza di questa caratteristica. E’ veramente un fulmine di guerra, capace di rilevare target anche vicinissimi senza errore.
La sua proverbiale reattività permette di spazzolare molto velocemente e quindi aumenta in modo esponenziale la produttività di ricerca. Se poi aggiungiamo che la distribuzione dei pesi, specialmente quando si monta la piastra di serie da 9”, è eccezionale, avremo uno strumento piacevolissimo da usare anche per sessioni lunghissime di ricerca.
Nel corso delle numerose uscite in ricerca vera, ho avuto modo di notare alcune cose che penso richiedano l’attenzione dei lettori.
Innanzitutto vorrei sottolineare la capacità di agganciare i target anche fuori dal perimetro della piastra, evidente sintomo di grandissima sensibilità. Questa cosa ha ovviamente dei pro e dei contro, sui quali vale la pena soffermarsi qualche attimo perché in passato è stata foriera di diverse discussioni che, ahimè, spesso hanno seminato non troppo velati dubbi circa le capacità di discriminazione delle macchine XP.
Può accadere infatti che se il target è fuori dal perimetro della piastra, ma abbastanza vicino da essere intercettato dal campo elettromagnetico emesso dalla bobina, venga segnalato con un tono a volte “buono”. Se si è un cercatore frettoloso, ci si butterà immediatamente nell’attività di scavo facendo buche enormi senza poi magari trovare il target o desistendo dallo scavo perché si ritiene troppo profondo e troppo faticoso da estrarre. Se invece si ha un secondo di pazienza e si ripassa la piastra nella zona del “presunto” rilevamento, magari ci accorgeremo che qualche centimetro più in la il tono cambia radicalmente e magari ci indica un oggetto ferroso. Questo fenomeno non è esclusivo delle macchine XP ma sostanzialmente di quasi tutti i detector molto sensibili o dotati di piastre di grandi dimensioni.
Se quindi, alla bisogna, si perdono 1-2 secondi per effettuare una corretta centratura, la qualità del segnale sarà davvero molto più precisa e l’identificazione/discriminazione praticamente perfetta.
Il Mito III è poi dotato di una ottima Audio Modulation, termine gergale che indica che la macchina suonerà con volume più forte target superficiali e con volume più basso i target più profondi. Questo non solo è utile per avere un’idea della profondità del target rilevato, ma anche in caso di 2 o più target vicini, magari sepolti a profondità diverse. Questa interessante caratteristica però deve attirare la vostra attenzione su una cosa, spesso trascurata quando si usano macchine XP, probabilmente le più reattive e veloci sul mercato.
Quando si inizia ad usare un XP, solitamente si resta “stregati” dalla sua incredibile velocità di segnalazione. Ciò porta naturalmente a spazzolare in modo molto veloce, rassicurati appunto dalla eccezionale reattività dello strumento. Ma fate attenzione ad una cosa, che è collegata a quanto sopra detto: l’Audio Modulation è sempre attiva nella macchina (alcuni altri detector invece permettono di attivarla o disattivarla a piacere) e quindi, in caso di target profondi, il suono sarà piuttosto debole. Se si spazzola troppo velocemente sarà quindi possibile che, per la fretta, il nostro cervello non riesca materialmente a percepire i suoni deboli in modo ottimale. Il mio consiglio è quindi il seguente: tenete pure una velocità di spazzolata rapida fino a quando il terreno è pulito e non ci sono avvisaglie ne di ferro ne di altri target non ferrosi. Ma quando entrate in “zone calde” dove quindi la macchina entra in attività, rallentate un pochino per concentrarvi anche sui target più profondi senza rischiare di perderli.
Il materiale rallentamento della spazzolata poi, non solo vi permetterà di utilizzare al meglio le vostre capacità di identificazione, ma tenderà anche a rendere la vostra copertura del terreno più accurata, con sovrapposizioni più strette, a tutto vantaggio delle possibilità di trovare target buoni sia in condizioni di terreno inquinate da ferraglia che non.
Anche in questo caso, come vedete, abbiamo ulteriore dimostrazione della filosofia costruttiva XP, che mette al centro del processo di metal detecting l’Uomo, prima della macchina.
TEST IN AMBIENTE CONTROLLATO
Come al solito, per avere dei riferimenti comparativi squisitamente indicativi, ho eseguito dei test in ambiente controllato, su due tipi di terreno mineralizzato, con monete da 20 EuroCent sepolte da anni a profondità variabili tra i 5 e i 28 cm. E’ un test che oramai faccio sempre che, sebbene abbia una validità relativa, mi permette di analizzare le varie sfumature del detector in test e di poter fare alcuni confronti con le altre macchine con le quali ho eseguito i medesimi esperimenti.
Ovviamente la moneta a 5 cm è sentita con un suono fortissimo dal Mito III, addirittura con una doppia rilevazione grazie alla super reattività dello strumento. La moneta a circa 15 cm (con la presenza di un chiodo di ferro sulla verticale) è sentita altrettanto bene, anche se nelle sfumature del suono sentiremo un certo “accento metallico”, molto conosciuto da chi possiede altri XP. Resta comunque una identificazione netta e sicura. Cambiando terreno ho testato le capacità della macchina con monete da 20 EuroCent a 20 e 25 cm di profondità. Qui ho notato quanto sia importante effettuare una corretta regolazione dell’abbattimento del terreno. Mantenendo le impostazioni precedenti, quelle della “terra rossa” con monete a 5 e 15 cm, la macchina sentiva abbastanza bene la moneta a 20 cm, ma non c’era verso di rilevare quella a 25. Strano… perché anche alcune macchine più economiche, opportunamente settate, la sentivano.
E’ però bastato modificare il bilanciamento del terreno per avere una risposta direi “shoccante”. La moneta a 20 la sentiva molto più forte, quasi fosse a 10 cm di profondità, e anche quella a 25 è emersa, con suono debole (vedi Audio Modulation) ma con segnalazione ripetibile da ogni senso di spazzolata.
Sono poi tornato nella “Zona rossa” dove c’è la moneta più difficile: una 20 EuroCent a circa 28 cm e con un ostacolo naturale in superficie (un gradino del terreno che ostacola la spazzolata). Anche qui è stato necessario regolare a puntino l’abbattimento del terreno e, sebbene al limite e con qualche singhiozzo, sono stato in grado di rilevare la moneta.
Vorrei ora spendere qualche parola sulla seconda piastra che mi è stata fornita insieme a quella di serie da 9”. Si tratta di una piastra DD rotonda da 11” (ma la XP spesso preferisce indicare le misure in centimetri, quindi 27 cm). Anche questa bobina è dotata di cavo lunghissimo che, lo ricordo, va arrotolato con cura intorno all’asta se si tiene il box sotto il poggiagomito. La piastra da 11” è decisamente più pesante di quella da 9” e sicuramente rallenterà abbastanza la velocità di spazzolata. Sbilanciando lo strumento in avanti, sarà anche più faticoso manovrare il detector per lunghe sessioni di ricerca ma, se si è dotati di muscolatura sufficiente, tutto sommato è gestibile.
Per via delle avverse condizioni climatiche di questo ultimo periodo, ho avuto meno tempo di testare la piastra da 11” rispetto a quella da 9” ma, devo dire, le differenze prestazionali sono evidenti. Non solo la profondità aumenta in modo sensibile, ma ho avuto la netta sensazione che la piastra da 11” tenda anche a discriminare meglio i piccoli e piccolissimi target ferrosi rendendo dunque la ricerca più produttiva.
Rovescio della medaglia, almeno con la piastra da 11” che ho ricevuto, è una maggiore difficoltà nelle procedure di abbattimento del terreno, specie quando poco mineralizzato. Ho dovuto faticare non poco a rendere la macchina stabile attraverso il combinato “SENSIBILITA’-ABBATTIMENTO DEL TERRENO” ma, una volta raggiunte le posizioni ottimali, si è rivelata una piastra fantastica sotto tutti i punti di vista.
CONCLUSIONI
Prima di tirare le somme delle mie esperienze con Mito III, devo nuovamente premettere che, specialmente per chi come me non ha precedenti passati con macchine XP, le loro logiche e le loro sfumature, sarebbe necessario ulteriore tempo per provare, riprovare e riprovare ancora la macchina e tirare fuori ancora “succo” da questo strumento.
E’ decisamente una macchina orientata all’utenza con almeno un minimo di esperienza, che abbia anche un po’ di pazienza per conoscere lo strumento, imparare la sua lingua e la sua filosofia. Ma posso assicurarvi che cercare con un XP Mito III è sempre più piacevole, divertente e, soprattutto, produttivo dal punto di vista della sua capacità di trovare target più velocemente di altre macchine e in condizioni anche proibitive.
Conoscevo già la proverbiale rapidità della XP, ma sono rimasto colpito anche dalla profondità e affidabilità nella segnalazione. Forse potrete avere qualche inganno dai pezzi di carta stagnola, che a volte tendono a suonare “buoni”, ma ricordate… Dove suona l’alluminio… suona anche l’oro!
Buona ricerca!
Leonardo Ciocca
AMD Tech Team
Per informazioni e prezzi aggiornati:
EB ELETTRONICA – Detector Center
Essendo un ricercatore che utilizza esclusivamente maccine xp, ho trovato l’articolo ottimo, curato e molto attendibile. Bravo.
Splendida macchina a quanto pare! Chissà se entrerà a far parte del mio “parco” metal! Una macchina senza il vdi numerico voglio affiancarla presto al mio. Recensione di altissima professionalità come sempre!
Molto interessante.
Mi piacerebbe leggere una vostra comparazione tra i vari modelli XP….