TEST: C-Scope CS6MXi – Veloce, leggero, potente…

Quando si parla di detector C-SCOPE, istintivamente si pensa alla ricerca militaria, a modelli analogici, magari NO MOTION, capaci di lavorare egregiamente in mezzo a rocce, radici ed altri ostacoli naturali. Tantissimi cercatori che si dedicano alla ricerca di reliquie militari hanno iniziato la loro carriera con un C-Scope 990. Le macchine dell’azienda inglese sono caratterizzate da un design semplice, essenziale, squisitamente “analogico” nella maggior parte dei modelli e destinato ad un pubblico di cercatori che desiderano un prodotto semplice ma allo stesso tempo efficace. Il CS6MXi è l’ultimo modello della C-Scope e rappresenta il loro top di gamma. Si tratta di un detector VLF monofrequenza di tipo MOTION operante a 17KHz. Aprendo la confezione troviamo l’asta componibile a “S”, il controlbox staccabile, la piastra DD 8”x11” ellittica, un accessorio in plastica per agganciare il box alla cintura, una sottile imbottitura adesiva da applicare al poggiagomito, un esile manualetto in inglese e una traduzione italiana fornita dal distributore nazionale (SECURITALY). Montare il CS6 è un gioco da ragazzi. Basta infilare lo stem inferiore nel tubo principale, bloccarlo alla lunghezza giusta con il bottone a scatto e serrare il tutto ruotando il camlock di sicurezza. Ovviamente allo stem inferiore avremo fissato la piastra attraverso il perno filettato passante. L’asta, vicino al manico a “S”, è dotata di un sistema di aggancio a slitta che permette di appendere il controlbox sotto la stessa. Questa posizione permette di avere a portata di dita i pomelli di controllo e, soprattutto, l’interruttore a levetta del pinpoint. Basterà infatti allungare il dito indice per sollevare lo switch per attivare il pinpoint NO MOTION. Sinceramente ho trovato questa collocazione del box decisamente scomoda e tale configurazione rende il detector sbilanciato e piuttosto pesante da muovere nella spazzolata. Ciò si traduce in un affaticamento piuttosto veloce del braccio e della spalla con conseguente diminuzione sensibile del piacere di ricerca. Fortunatamente è possibile agganciare il control box alla cintura (in gergo “hip-mounting”) per mezzo dell’accessorio a clip fornito di serie e grazie al cavo piuttosto lungo che collegherà la piastra all’unità centrale. Basterà avvolgere poche spire di cavo intorno all’asta, possibilmente fino all’altezza della chiusura di sicurezza a vite (camlock), e lasciare il restante filo lasco. In questo modo saremo in grado di spazzolare in modo davvero agevole per ore e ore senza sentire troppo la fatica. Va notato però che, comunque, l’asta, anche se privata del peso del box, non è proprio una piuma. Va detto altresì che si tratta di un asta robusta e che da un’idea di grande solidità e rusticità.

L’ultimo appunto lo faccio al poggia gomito. Se è facilmente regolabile come posizione, grazie al bloccaggio con due viti passanti che possono essere inserite in vari buchi, è però mancante della banda di tessuto con velcro di bloccaggio che moltissimi modelli di altre marche, anche molto economici, adottano per conferire ulteriore stabilità e allegerire il peso dal polso dell’operatore. Posso però dire che si tratta forse di un mio capriccio dato che, durante l’uso, l’asta non ha creato nessun problema in fase di spazzolata anche veloce.

Passando alla descrizione del box e dei controlli, troveremo il classico pomello di Sensitivity (Sensibilità) che funge anche da interruttore di accensione/spegnimento. A questo si aggiungono il pomello delegato al controllo del bilanciamento (automatico o manuale), quello dell’Iron Volume che controlla l’intensità del suono per gli oggetti ferrosi, il classico potenziometro per la discriminazione e quello per il DISC VOLUME che analizzeremo meglio più avanti. Ricordiamo la già citata levetta per l’attivazione del pinpoint, che andrà tenuta premuta a piacimento e che, se rilasciata, riporterà il detector nella normale modalità MOTION. A conclusione dell’analisi del frontalino troviamo un piccolo altoparlante che emetterà i suoni del detector se non verrà utilizzata la cuffia. Nella parte posteriore del box troveremo il connettore jack standard per la cuffia e il connettore ad innesto del cavo della piastra. Quest’ultimo, pur se non dotato di ghiera di sicurezza, si è dimostrato piuttosto solido e fermo, senza alcun distacco accidentale.

Il vano batterie è accessibile svitando 4 vistose viti con testa zigrinata che sarà possibile allentare e stringere senza dover usare attrezzi. Il compartimento, dichiarato waterproof (a prova d’acqua) dal costruttore, conterrà un pratico porta pile nel quale alloggeremo 8 pile stilo da 1,5V (o equivalenti ricaricabili, che mi sento sempre di consigliare per risparmiare denaro e per diminuire l’impatto ambientale). Una volta sistemate le batterie nel porta pile, lo faremo facilmente scivolare nel compartimento e richiuderemo il tutto con le 4 grandi viti.

Per accendere il detector basterà ruotare il pomellino della Sensitivity. Sentiremo un click e, dopo circa 1-2 secondi, un beep ci darà informazioni circa lo status di carica delle batterie.

Eccoci qui, pronti per iniziare la ricerca!

Come ho già detto, l’utilizzo ideale della macchina è in configurazione hip-mount, ovvero con il control box agganciato alla cintura. Per i destrimani, suggerisco di posizionare l’unità dietro al fianco sinistro, in modo da non essere mai d’intralcio alla spazzolata. Raggiungere i controlli sarà facile ed anche attivare il pinpoint sarà un gioco da ragazzi. Ovviamente per i mancini il suggerimento sarà esattamente simmetrico.

 I TEST IN RICERCA VERA

Ho iniziato subito a provare la macchina mettendola in condizioni di ricerca vera. Mi sono quindi recato nel locale parco pubblico del mio paese, dove spesso effettuo dei test. Il terreno è connotato da una mineralizzazione bassa ma da un livello di immondizia metallica imbarazzante: strappi di lattina, tappi, pezzetti di latta, chiodi, carta stagnola e quant’altro vi venga in mente che possa imbrattare un terreno. Questo Testing Field lo utilizzo prevalentemente per verificare la capacità dei detector di destreggiarsi nello “sporco” più che per valutare la profondità di ricerca. A complicare ulteriormente le cose, c’è una zona del parco che è sorvolata da cavi dell’alta tensione che producono EMI (Interferenze Elettro Magnetiche) piuttosto elevate.

Il CS6MXi, connotato da una elevata reattività e da una discriminazione molto efficace, ha dimostrato grandissime doti in un contesto così “trafficato”, permettendomi di individuare numerose monete in mezzo all’immondizia metallica. Come detto nell’introduzione, il detector possiede un pomello di controllo denominato DISC Volume. Questo controllo permette di regolare il volume del suono associato agli oggetti metallici non ferrosi ma a bassa conduttività. In altre parole: stagnola, piccoli frammenti di latta, oggetti d’oro minuti, catenine sottili in oro etc. In pratica il detector è in grado di produrre tre suoni: un suono basso per gli oggetti ferrosi, uno intermedio per i non ferrosi a bassa conduttività, ed uno acuto per quelli non ferrosi ad alta conduttività (oggetti in oro di relativamente grandi dimensioni, ottone, bronzo, rame, argento etc). E’ possibile sia controllare il livello del volume degli oggetti ferrosi, per mezzo del pomello IRON VOLUME che, come appena detto, quello degli oggetti non ferrosi a bassa conduttività.

A tutto ciò va aggiunto che il CS6MXi è una macchina SILENT SEARCH ovvero priva del suono di soglia di sottofondo. Ciò significa che la macchina rimane silenziosa fino a quando non incontra un oggetto metallico che, in base alle impostazione dei pomelli, non risulti discriminato. Per capirci meglio, il Garrett ACE 250, l’EuroACE, il White’s M6 e il Fisher F2 sono macchine SILENT SEARCH molto conosciute e diffuse.

Una cosa che mi ha immediatamente colpito è la sua elevata stabilità e il numero davvero ridottissimo di falsi segnali anche con la sensibilità impostata al massimo. Quei pochi falsi segnali sono piuttosto facili da riconoscere con un minimo di pratica. Portando però il detector nelle vicinanze dei tralicci dell’alta tensione, esso ha iniziato a manifestare dei segni di instabilità, cominciando a “borbottare” falsi segnali in sottofondo. Ciò che sorprende però è che, anche in presenza di questi disturbi, il detector riesca ancora a funzionare piuttosto bene segnalando correttamente la maggior parte dei target nobili. Purtroppo non è possibile effettuare nessun FREQUENCY SHIFTING (leggere variazioni di frequenza) che avrebbero potuto diminuire l’impatto dei disturbi.  Qualche problemino in più le danno le EMI dei telefoni cellulari che spesso ci portiamo dietro durante le nostre uscite. Se in special modo ci troviamo in una zona con copertura scarsa, il nostro cellulare tenterà più spesso di connettersi alla rete e il suo segnale di trasmissione andrà a disturbare parecchio la funzionalità del nostro C-SCOPE. Basterà spegnere il telefonino e il problema svanirà.

Durante la ricerca nel parco ho avuto modo di verificare la precisione della piastra nel centramento dei target e nella loro separazione. Direi che la bobina di serie si è dimostrata veramente all’altezza del difficile compito assegnatole. Il pinpoint svolge il suo compito in modo dignitoso e senza particolari problemi; va però detto che per target superficiali tende ad essere un po’ troppo rumoroso e poco preciso. Consiglio in questi casi di utilizzare la tecnica del MANUAL DETUNING che permette di restringere notevolmente il punto di centraggio. Si tratta di spegnere e riaccendere il pinpoint non appena sorvolato il target con conseguente inversione di marcia nella spazzolata. Questo “trucco” permetterà di ridurre in modo consistente la zona di segnalazione facilitando il centraggio dell’oggetto sepolto.

Altra cosa che ho notato durante la ricerca vera è il cosiddetto “doppio beep” che il detector emette quando viene rilevata una moneta messa di taglio rispetto alla piastra. Si tratta dell’emissione di due rapidi suoni consecutivi che ci lasciano immediatamente capire che il target è in posizione ortogonale rispetto al piano del terreno. I tappi a corona, specialmente quelli non troppo arrugginiti, ahimè vengono segnalati come target buoni e, nonostante abbia tentato in ogni modo di cercare di notare differenze o di modificare i settaggi di discriminazione, non sono riuscito ad evitare che venissero segnalati al pari di una moneta valida. Quelli più arrugginiti invece tendono ad introdurre un suono “di rimbalzo” tra ferroso e non ferroso e quindi è abbastanza semplice individuarli. Le monete in metallo nobile vengono segnalate sempre con con un tono alto e pieno, senza esitazioni, anche a profondità relativamente importanti.

TEST IN TERRENI MINERALIZZATI

Dopo la prova di “agilità”, ho voluto testare il CS6MXi con un terreno difficile: molto mineralizzato, pieno di sassi e con presenza di frammenti di mattoni refrattari (in quella zona c’era una vecchia casa colonica poi rasa al suolo). Stavolta mi aspettavo una macchina molto più instabile per via della forte mineralizzazione ma invece il detector non si è scomposto più di tanto, rimanendo quieto anche al massimo della sensibilità. In questi terreni è facile trovare pezzi di ferro, chiodi, ferri di cavallo e per bovini, bossoli di cartucce da caccia (che andrebbero raccolti per legge!) e qualche pezzo di stagnola e latta. Anche qui il C-SCOPE ha evidenziato ottime performance grazie alla discriminazione efficace e precisa. Va detto però che, in terreni così mineralizzati, è sempre meglio diminuire un po’ il livello di discriminazione per evitare che la “deriva verso il ferroso” dei target possa far discriminare oggetti buoni, specie se a profondità piuttosto elevate. Nota molto piacevole è stata quella dell’ottima gestione dei fondelli delle cartucce da caccia. Quasi tutti sono stati discriminati correttamente con un opportuno settaggio. Ovviamente, come capita praticamente con tutti i detector, i ferri per bovini vengono segnati come buoni, specie se sono sepolti di piatto rispetto al terreno. La loro ampia superficie infatti aumenta la conduttività complessiva dell’oggetto ingannando il detector.

La stagnola non è stata un grande problema. E’ bastato impostare il giusto livello di discriminazione per farla diventare un semplice ricordo. Volendo è possibile regolare la DISC VOLUME per farla suonare con il tono intermedio, magari per evitare di discriminare troppo e perdere, di conseguenza, eventuali target molto sottili presenti nel terreno.

TEST TECNICI

Anche stavolta ho provveduto, dopo le prove in ricerca vera, ad elaborare una serie di test meno “naturali” ma che potessero  essere utili per valutare le capacità del detector.

Sono tornato quindi nel test-bed che ho preparato vicino casa mia e che è su terreno a mineralizzazione medio-alta. In occasione dell’ultima recensione fatta (Garrett EuroACE VS Garrett ACE 250) avevo sepolto una moneta da 10 cents di Vittorio Emanuele a circa 20-22 cm. Si tratta quindi di una profondità piuttosto elevata per un terreno come quello. Il C-SCOPE non ha avuto nessun tentennamento ed ha segnalato la moneta con un suono alto e cristallino. Ho voluto complicare la vita al detector seppellendo alcuni chiodi arrugginiti nelle vicinanze e la macchina ha evidenziato buone capacità di separazione andando ad evitare l’Iron Masking in quasi tutti i casi. Si è arresa solo con chiodi sepolti in verticale o con pezzi di ferro notevoli.

Altro test divenuto un classico è stato quello con i mattoni refrattari. Questi blocchetti, ricchi di mineralizzazione ferrosa, tendono a far chiudere i detector meno performanti. Ho sepolto una moneta da 5 cents di VEM a circa 12 cm e ci ho appoggiato sopra un mattone refrattario spesso circa 5 centimentri. Nessun problema a segnalare la moneta. Ne ho aggiunto un secondo e, seppur con qualche piccola incertezza, la moneta è stata segnalata bene. Al terzo il CS6MXi si è arreso. Per verificare ancora meglio, ho provveduto ad inserire il mattone NEL terreno e non solamente in appoggio superficiale. Tutti i test sono stati superati come nel caso più semplice. Dato che giocare con i mattoni è divertente, ho provato anche a mettere una moneta da 50 cents di Euro in mezzo a due mattoni come se fosse un sandwich. Nessun problema a rilevare l’oggetto. Anche inserendo la moneta di taglio tra due blocchetti non ho avuto problemi di rilevazione. A questo punto ho fatto esperimenti con oggetti in oro e con la stagnola. Avevo a disposizione una fedina sottile in oro bianco, la mia fede nuziale in oro giallo da 6 grammi, una catenina in oro,  un sottile ciondolo in oro ed un pezzetto di carta stagnola, tutti oggetti già utilizzati nella precedente recensione.  Non essendo questa una prova a confronto ho semplicemente verificato la capacità del detector di rilevare questi tipi di target e, soprattutto, se fosse stato in grado di distinguere la stagnola dall’oro sottile.

Innanzitutto va detto che la fedina in oro bianco sottile, il ciondolo sottile e la catenina vengono suonate con tono intermedio, tipico quindi degli oggetti non ferrosi a bassa conduttività. La fede nuziale d’oro giallo da 6 grammi viene invece rilevata con tono acuto, avendo questa una conduttività nettamente maggiore. Ahimè il pezzetto di stagnola viene suonato al pari dell’oro sottile e non c’è stato verso di trovare alcun settaggio per identificarli in modo univoco. Sia appoggiati che sepolti, gli oggetti suonano in modo praticamente identico. Ho effettuato decine e decine di passaggi cercando di cogliere sfumature particolari ma, almeno con gli oggetti a mia disposizione, non sono riuscito a cogliere differenze. E’ pur vero che, se siamo disposti a sacrificare gli oggetti in oro sottile (catenine, orecchini etc), possiamo tranquillamente sbarazzarci della carta stagnola semplicemente aumentando la discriminazione al punto giusto. Se poi vogliamo comunque sentire un pochino questi oggetti, non dovremo far altro che impostare il DISC Volume ad un livello basso ma udibile. Personalmente suggerisco di utilizzare proprio questo sistema. E’ molto probabile infatti che i pezzettini minuscoli di stagnola verranno “abbattuti” mentre i piccoli oggetti in oro verranno segnalati (insieme, ovviamente, ad oggetti di stagnola di maggiori dimensioni) in modo più netto e distinto.

Ultimo test “all’aria aperta” è stato fatto seppellendo a pochi cm 4 oggetti: un chiodo di ferro, un pezzo di stagnola, la mia fede nuziale e una moneta da 50 EuroCent. Gli oggetti erano distanziati da circa 13-15 l’uno dall’altro ed erano disposti lungo una ideale linea orizzontale. Passando la piastra ad una velocità ordinaria, il CS6MXi ha correttamente segnalato tutti e quattro gli oggetti in sequenza suonando anche il loro tono corretto! Ciò ha evidenziato la sostanziale indifferenza di shut-off tra materiali di metallo diverso. Ottimo lavoro C-Scope!

 TEST INDOOR

La prova del detector si è conclusa con un appuntamento che oramai sta diventando un piccolo classico. Ho collezionato tempo fa una trentina di oggetti metallici di vario materiale, forma e dimensione che ho usato per testare i vari modelli di metal detector in modo confrontabile. Il test è stato eseguito indoor su un massiccio tavolo in legno, in condizioni certo non perfette, ma sostanzialmente “rilassate!”. Ho impostato la massima sensibilità, ridotto a zero la discriminazione e impostato il bilanciamento automatico. Ho provveduto quindi a passare decine di volte ogni singolo target davanti alla piastra per individuare la distanza massima di rilevazione solida e ripetibile. Ho quindi provveduto alle varie misurazioni con un metro flessibile arrotondando i valori al mezzo centimetro. Tale procedura è stata già impiegata nel precedente test con i prodotti Garrett ed ha ricevuto diverse conferme anche da altri cercatori che hanno voluto ripetere i miei test. Certamente le prove in aria non vanno considerate oltre una mera indicazione potenziale dato che tutti sanno che il comportamento in terra può cambiare anche in modo sensibile. Mi è stato chiesto come mai questi test non vengono appunto fatti sul terreno. Rispondo semplicemente che, anche facendo questa prova seppellendo i target, ci ritroveremo ad avere una situazione di non confrontabilità, dato che i terreni non sono quasi mai uguali, anche a distanza di pochi metri, figuriamoci a km di distanza!

Queste prove hanno evidenziato una notevole sensibilità del detector agli oggetti molto piccoli e sottili, proprio grazie all’elevata frequenza operativa ed una generale ottima resa su tutti i tipi di target. Sarei molto curioso di vedere la differenza tra la piastra di serie e la 8” concentrica o la 14”x11” DD. Chissà se un giorno sarà possibile fare queste prove. Rispetto a prodotti entry-level come i Garrett EuroACE e ACE 250, le differenze sono davvero sensibili con variazioni (sempre in senso maggiorativo) da un +2,9% ad oltre un +35,3% a seconda dei vari tipi di target analizzati.

 CONCLUSIONI

Devo essere sincero. Prima di iniziare le prove ero piuttosto scettico circa il CS6MXi. Sarà il design un po’ retrò, sarà che non amo particolarmente le macchine con questa impostazione, di certo non mi sarei mai aspettato di cambiare decisamente parere in così poco tempo. Il C-SCOPE si è rivelato uno strumento validissimo, affidabile, semplice, performante e dal rapporto prezzo/prestazioni eccellente. Se penso a modelli “simili”, magari di produzione transalpina, ma che costano alcune centinaia di Euro in più, non posso che consigliare l’acquisto di questa macchina americana. Rapido, reattivo, profondo, dotato di discriminazione efficace e costruito con materiali solidi,  il C-Scope CS6MXi potrà essere impiegato in vari contesti di ricerca, magari con qualche limite per la ricerca in battigia, proprio a causa dell’elevata frequenza operativa. I suoi difetti forse sono più legati alla sua struttura meccanica (come ho detto, se non si usa in hip-mount la macchina risulta sbilanciata in avanti e ci si affatica molto) che alla sua efficacia elettronica. Questo non significa che le sue prestazioni siano da Top di Gamma, ma sicuramente nella fascia media (500-800 Euro) il CS6, a mio modesto parere, rappresenta una scelta d’acquisto validissima e che farei senza esitazioni.

SCHEDA TECNICA:

Marca: C-Scope
Modello: CS6MXi
Tecnologia: VLF Monofrequenza a 17KHz
Sistema di rilevazione: MOTION (Pin Point NO MOTION)
Sistema di Bilanciamento: Manuale e Automatico
Piastra di serie: 8″x11″ DD ellittica
Peso: 1,5 Kg (batterie incluse)
Altoparlante: SI
Presa Cuffie: SI
Toni: Multitono (3 Toni)
Display: NO
Sistema di Analisi: Controllato da Microprocessore
Discriminazi0ne: Lineare
Controlli: Sensitivity, Disc, Iron Volume, Ground Balance, Disc Volume
Alimentazione: 8×1,5V stilo
Durata batteria: circa 30 ore con pile alcaline

Il Modello del Test è stato gentilmente fornito da: SECURITALY (www.securitaly.com)

24 pensieri riguardo “TEST: C-Scope CS6MXi – Veloce, leggero, potente…

  • 1 Agosto 2012 in 5:28
    Permalink

    Bravo, bel test, se l’avessi correlato di video…dalle tue affermazioni sembra migliore del fratello minore cs4mxi, sopratutto per i tre toni, da dire che la c-scope, con questi due modelli, ha veramente fatto un salto di “mercato” , adatto a ricerche non legate solo alla militaria.

    Rispondi
    • 1 Agosto 2012 in 8:24
      Permalink

      Grazie Francesco!
      Dopo i 21 video dell’ultimo test…mi hanno minacciato di botte se avessi fatto ulteriori videoclip 😀 😀 😀
      Concordo con te con il “salto di qualità” della C-SCOPE con questo modello. A mio modesto parere, limiti meccanici a parte, l’azienda americana ha decisamente azzeccato il prodotto, ponendolo poi nella giusta fascia di prezzo (500-600 Euro).

      Un abbraccio,
      Leonardo/Bodhi3

      Rispondi
  • 1 Agosto 2012 in 11:59
    Permalink

    O bravo…lo vedi che se ti impegni fai dei test buoni…

    Manca un test in sabbia asciutta e battigia…ma te non sei avvezzo a simili contesti…

    Rispondi
  • 1 Agosto 2012 in 14:41
    Permalink

    Bravo Leo quasi quasi me lo compro …….

    Rispondi
  • 19 Agosto 2012 in 10:15
    Permalink

    bello Leo, mi piace questo metal e non ti svuota le tasche

    Rispondi
  • 23 Agosto 2012 in 14:19
    Permalink

    ottimo test a mio parere, è stato un piacere leggerlo….

    Rispondi
    • 5 Ottobre 2012 in 13:49
      Permalink

      Già, è inglese. Ho scritto erroneamente americana. Provvederò a correggere subito. Grazie Margiop!

      Rispondi
  • 5 Aprile 2013 in 7:38
    Permalink

    grazie leo per la recensione inviatami, l’ho passata anche a sergio che senz’altro apprezzerà
    anche io come lui 33 anni fa fu il primo MD comprato,ora son molto meglio costruiti come tecnologia
    ciao algerio

    Rispondi
  • 10 Aprile 2013 in 20:16
    Permalink

    otimo strumento..l’ho aquistato convinto dopo aver letto il tuo test,e confermo tutto cio’ che e’ stato scritto..bravo complimenti, attendo prove con piastra da 14″ ciao Sergio

    Rispondi
  • 21 Settembre 2013 in 15:12
    Permalink

    Ciao Leonardo,

    da quel che ho letto e da quel poco che ne capisco il CS6MXI parrebbe molto simile al Mito II della XP, almeno per quel che riguarda la “filosofia” dei parametri di ricerca offerti. Mi sbaglio?

    Rispondi
  • 4 Ottobre 2013 in 7:38
    Permalink

    Bravo, chiaro preciso ed impeccabile come sempre. Grazie!!

    Rispondi
      • 4 Ottobre 2013 in 16:03
        Permalink

        ciao bodhi3..sono ormai 7 mesi che uso il CS6MXI… provato in terreni non mineralizzati,boschi,, prati e campi arati, Ed e’ veramente un ottimo strumento sia per la profondita’ e l’ottima discriminazione…nei terreni mineralizzati si comporta molto bene.e ti consente di lavorare piu’ che discretamente senza suoni e fischi vari causati dalla mineralizzazione..ho aquistato la piastra da 14″ direi ottima come performance.. a confronto della 11″ di serie non c’e’ molta differenza.in profondita’, migliora circa del 15% pero’ e’ un po pesante, di conseguenza stanca molto il braccio..e’ molto valida per la ricerca nei campi arati e terreni pianeggianti in quanto ogni spazzolata copre 30 cm a passata..personalmente non la consiglio 240€ sono parecchi..diciamo che la piastra da 11″ originale e’ molto performante quindi la differenza si nota poco,…a confronto del desert gold che ho ceduto,devo dire che la profondita’ e’ all’incirca uguale con la differenza che i tre toni de cs contro il monotono del desert non c’e’ paragone vince di gran lunga il cs specie nella discriminazione e nel centrare il targhet .molto preciso,tanto e vero che non uso mai il pin point..
        saluti a tutti

        Rispondi
  • 26 Settembre 2015 in 11:52
    Permalink

    Ciao Leonardo, complimenti per l’ottima recensione, precisa e ricca di dettagli. Nel tuo test ti ricordi che impostazioni hai usato per discriminare la stagnola e strappi di lattina mantenendo buone le monete ?

    Ciao e grazie

    Rispondi
    • 27 Settembre 2015 in 18:28
      Permalink

      Ciao Antonio!
      Grazie mille per le tue parole gentili. Il test, in effetti, è stato fatto un bel po’ di tempo fa e faccio fatica a ricordare quel settaggio.
      Ma se possiedi quella macchina non ti sarà difficile, con un paio di prove empiriche fatte sul campo, individuare il punto esatto di discriminazione da applicare.

      Buona ricerca!
      Leonardo

      Rispondi
  • 21 Agosto 2016 in 19:16
    Permalink

    Ciao Leonardo, possiedo da un paio d’anni il C Scope 6 MXi e mi trovo bene. Ti confesso però che ho sempre la regolazione sul terreno in automatico e molte volte sono costretto ad abbassare la sensibilità di molto per poter lavorare. Ho passato una settimana attorno al Lago di Bolsena (terra di vulcani) e non sono riuscito proprio a farlo funzionare come si deve, mi spieghi per favore come posso regolarlo manualmente su terreni così difficili? Grazie mille…

    Rispondi
    • 26 Agosto 2016 in 14:56
      Permalink

      Ciao Daniele!
      Scusa per il ritardo nella risposta ma ero fuori…
      Per usare la macchina con una impostazione manuale della compensazione del terreno usa questa procedura:
      Ruota il pomello DISC fino alla posizione ALL METAL e tieni la macchina con GROUND in automatico.
      Spazzola fino a trovare un punto dove non ci sono oggetti metallici.
      Ora imposta l’IRON AUDIO a 10 e imposta il valore Ground circa a metà.
      Inizia a pompare la piastra sul terreno e ascolta il suono.
      Se il tono diventa acuto ruota il pomello GROUND in diminuzione. Se è più grave, aumenta.
      Quando non senti più nulla mentre pompi la piastra sul terreno hai bilanciato la macchina.
      A questo punto setta l’IRON AUDIO al valore che preferisci.
      E’ possibile comunque che, su quei terreni così mineralizzati, la tua macchina possa comunque avere problemi. Ha una frequenza relativamente alta e quindi non è il massimo per un uso su terreni vulcanici come quelli del Lago di Bolsena. A questo punto ti suggerisco di abbassare la sensibilità e ripetere la procedura sopra indicata fino a quando la macchina non diventa più stabile.

      Leonardo Ciocca
      AMD Tech Team

      Rispondi
      • 26 Agosto 2016 in 21:18
        Permalink

        Grazie per la disponibilità e la chiarezza, da solo non ci sarei mai arrivato. Vado a provare subito…

        Rispondi
  • 1 Gennaio 2017 in 14:02
    Permalink

    Recensione bella e comprensibile, come sempre.
    C’è sempre da imparare qualcosa, dai tuoi scritti.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.