TEORIA: Detector, Spiaggia e Collanine d’Oro…

L’altro giorno, il mio amico Ario, mi ha scritto una email chiedendomi un consiglio circa un detector da acquistare che possedesse contemporaneamente TUTTE le seguenti caratteristiche e che fosse veramente performante:

a) Efficacia nella spiaggia con mineralizzazione ferrosa…

b) Efficacia nella battigia o con piastra immersa…

c) Che sia in grado di sentire le catenine d’oro sottili nelle condizioni precedenti…

Allora… Iniziamo ad analizzare la questione…

IL TARGET “CATENINA D’ORO SOTTILE”

Le catenine in oro sottile sono contraddistinte sostanzialmente da una caratteristica: avere una bassa conduttività elettrica ed una permeabilità magnetica quasi nulla. Tra l’altro, il 95% delle catenine vengono ritrovate rotte ovvero aperte. Ciò diminuisce la conduttività rispetto alla stessa catenina che rimanesse chiusa e formasse un cerchio dove la corrente avrebbe maggiore facilità di circolazione. Il ritardo di fase normalmente collegato alle collanine sottili va da 90° a 105°. Ultima considerazione che ti sembrerà ovvia ma che è molto importante: più sottile è la collanina, minore sarà la conduttività. Sembra una sciocchezza ma è molto importante, perchè l’oro, in se stesso, è un buon conduttore di corrente. Ciò che rende decisamente bassa la conduttività infatti non è il metallo, ma l’esiguità e la sottigliezza dell’oggetto! Il problema fondamentale quindi non è la difficoltà del detector nel rilevare un oggetto in oro… il suo problema è quello di avere difficoltà ad individuare un oggetto in oro che sia al tempo stesso sottile!

Come migliorare la cosa? La fisica elettronica ci viene in aiuto… La Legge di Lenz ci dice che, all’aumentare della frequenza operativa del detector, la corrente che viene indotta nel target tende a posizionarsi E A CONCENTRARSI sempre più in superficie. Questo fenomeno è conosciuto con il termine “EFFETTO SKIN” o “EFFETTO PELLE”. In parole povere, con oggetti molto sottili è utile far concentrare il campo elettrico sulla superficie piuttosto che avere campo elettrico che vada in profondità (che nelle catenine è minima) ma sia poco concentrato e molto più debole. Ecco infatti che i detector dedicati alla ricerca di piccole pagliuzze e pepite minuscole in oro di solito lavorano a frequenze tra i 30 e i 50-60 KHz.

LA MINERALIZZAZIONE FERROSA IN SPIAGGIA

La mineralizzazione ferrosa nelle spiagge è comunemente associata alla presenza di sabbia nera/grigia che è composta appunto di minerali ferrosi. Questo tipo di sabbia è effettivamente la più ostica da spazzolare con la maggior parte dei detector. Essa è caratterizzata da una bassissima conduttività e da una elevata permeabilità magnetica. Il ritardo di fase associato normalmente a questo tipo di mineralizzazione va da 0° a 10° circa. Se la sabbia non è proprio nera nera nera, alcuni (buoni) detector riescono a bilanciarsi e a poter lavorare anche se a profondità massime limitatissime. Non solo il ferro tende a far chiudere la macchina, ma il cosiddetto “Effetto Ground” (Fenomeno che implica la compressione del volume del cono elettromagnetico) è così forte da rendere la zona sensibile davvero molto molto piccola rispetto a quella ottenibile in aria o su sabbia bianca.

Per ridurre l’impatto di questa mineralizzazione può essere utile utilizzare detector Pulse Induction, che però hanno discriminazione quasi nulla.

LA MINERALIZZAZIONE SALINA (BATTIGIA E IMMERSIONE)

Questa mineralizzazione, per ovvi motivi, è rinvenibile in maniera crescente con l’avvicinarsi alla battigia. Il ritardo di fase relativo a questo tipo di mineralizzazione è tra i 90°-95° ed è caratterizzato da una conduttività che si pone circa a metà della scala che va dal ferro all’argento. Attenzione! Il problema non è il sale! Ma l’acqua salata! Il sale in se non produce alcun disturbo al detector e non è rilevato. E l’effetto di aumento della conduttività che il sale procura all’acqua che crea il problema! Come forse sai, l’acqua pura (distillata) non conduce corrente in modo significativo. Solo se sono presenti delle impurità essa inizia a condurre corrente elettrica. Il sale aumenta notevolmente questa conduttività facendo suonare il detector. Sono sicuro che non ti sarà sfuggito un particolare al quale ho accennato precedentemente: il ritardo di fase della mineralizzazione salina (90°-95°) coincide in parte con quello del target catenina sottile (90°-105°). Cosa significa in soldoni? Che essi hanno una conduttività elettrica molto simile. E dov’è il problema? Il problema c’è se queste due condizioni sussistono contemporaneamente! Se infatti ci troviamo a spazzolare in presenza di acqua salata ed effettuiamo il bilanciamento per eliminare questo disturbo, andremo anche a rendere poco (o tanto) insensibile la macchina nei confronti delle catenine! Altro problema è quello legato all’utilizzo delle alte frequenze! Come già detto esse offrono migliori performance per rilevare oggetti minuti, ma allo stesso tempo sentono in maniera più intensa anche la mineralizzazione salina.

L’INCUBO… CATENINE IN BATTIGIA DI SABBIA NERA

Qui raggiungiamo l’apice della problematica! Non solo le catenine sottili sono difficili da sentire perché molto piccole, ma ci si mette anche l’acqua salata e, come se non bastasse anche la presenza di mineralizzazione ferrosa! Ora.. i detector monofrequenza NON POSSONO bilanciare contemporaneamente entrambi i tipi di mineralizzazione. Solo i multifrequenza possono farlo grazie ad un intelligente stratagemma. Sembrerebbe quindi che con i multifrequenza si possa risolvere la questione… ahimè no…

Se riesco a bilanciare sia il ferroso che il salino, mi ritrovo comunque con la macchina poco sensibile alle catenine per via del sistema di bilanciamento salino di cui abbiamo già parlato

CONCLUSIONE

Ad oggi, con le attuali tecnologie, non vi è una soluzione veramente efficace al 100% al problema posto da Ario. Dovremo quindi accontentarci di avere prestazioni mai al top o di lavorare in sabbia asciutta, sperando che sia non troppo mineralizzata e che la fortuna ci assista!

19 pensieri riguardo “TEORIA: Detector, Spiaggia e Collanine d’Oro…

  • 1 Settembre 2012 in 7:58
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    Bellissimo articolo. Su siti inglesi ma anche USA si mette in risalo come sovente, per la ricerca di oro e collanine, non convenga neppure spingere il metal a manetta ma concentrarsi in un range di pochi pollci anche perchè, a tutto ciò che hai detto, bisogna aggiungere che spesso la ricerca si svolge in zone molto sporche: meglio pochi targhet sotto la piastra ma individuati con certezza, anzichè tanti ma alcuni coperti da altri e quindi non individuati. Vedi bodhi, io credo che in USA siano esperti in questo tipo di ricerca, ma ciò che hai scritto e quel che nei forum USA scrivono, se lo dici in certi forum italani, ti danno del cretino 😛
    Comunue sia, forse non conviene neppure perdere la testa nel cercare a tutti i costi le collanine 🙂

    Rispondi
  • 26 Novembre 2012 in 13:24
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    Bell’articolo.

    Ti riferisci agli sfasamenti indotti da vari fattori, esiste una tabella che riporti tale dati?
    Gli sfasamenti, presumo, sono riferiti alla frequenza emessa?
    Il tipo di campo magnetico emesso dalle bobine è sinusoidale o che?
    Ciao.

    Rispondi
    • 30 Novembre 2012 in 18:53
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      Mi riferisco allo sfasamento (leggi ritardo) che si crea tra segnale trasmesso e ricevuto dovuto alle caratteristiche di conduttività elettrica e permeabilità magnetica degli oggetti metallici. Purtroppo questi sfasamenti sono legati a diversi fattori, il principale dei quali è la frequenza operativa del detector.in altre parole, detector operanti con frequenze diverse produrranno, con lo stesso oggetto, sfasamenti diversi.
      Il segnale utilizzato nei detector mono-frequenza è solitamente sinusoidale. Quelli multi-frequenza solitamente utilizzano onde quadre o rettangolari.

      Ciao!
      Leonardo/Bodhi3

      Rispondi
  • 3 Dicembre 2012 in 20:30
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    Complimenti per l’articolo.
    Dunque , allo stato attuale, ci troviamo davanti ad un muro invalicabile per quanto riguarda la ricerca di piccoli oggetti d’oro in spiaggia: ma lo stesso discorso vale anche per le sabbie bianche di quarzite che si trovano dalle mie parti ?

    Rispondi
    • 4 Dicembre 2012 in 9:40
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      Le sabbie bianche, ivi comprese quelle di quarzite, ovviamente sono meno ostiche di quelle nere. Il problema però della ricerca in battigia e in immersione rimane ma, potrai facilmente immaginare, è meno drammatico rispetto al caso delle sabbie mineralizzate. Il problema è tutto nella sovrapposizione del ritardo di fase dei piccoli oggetti in oro con quello dell’acqua salata. Già questo penalizza quasi completamente la sensibilità verso tali oggettini, con la sabbia nera ci aggiungiamo un ulteriore carico…con la sabbia bianca (o quella di quarzo) questo ultimo fardello non c’è…ma già il primo basta e avanza.

      Leonardo/Bodhi3

      Rispondi
  • 5 Dicembre 2012 in 17:57
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    Ho capito, grazie per l’esaudiente spiegazione !

    Rispondi
  • 23 Gennaio 2013 in 17:36
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    Volevo sapere se era possibile poter avere uno strumento che rilevasse solo esclusivamente l’argento senza disturbi di altri minerali ferrosi (bronzo, ecc).

    Rispondi
    • 23 Gennaio 2013 in 19:37
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      L’argento è uno dei metalli con la migliore, a parità di superficie, conduttività elettrica. Di solito, nei comuni detector, gli oggetti in argento sono indicati “a fondo scala” a testimonianza della loro relativa superiore conduttività elettrica rispetto a rame, bronzo e agli altri materiali nobili.
      Ora però c’è un altro fattore da tenere in debita considerazione: le dimensioni dell’oggetto che si rileva. Se si tratta di una moneta, per fare un esempio, di generose dimensioni, l’indicazione sarà quella che ci aspettiamo, ovvero a fine scala. In questo modo potremmo teoricamente eliminare, discriminandoli, tutti gli altri materiali. Ma se l’oggetto è piccolo e/o sottile, come tante monetine martellate, la sua conduttività calerà di conseguenza ed il suo valore potrebbe essere scambiato con quello di un oggetto di rame o bronzo di dimensioni maggiori.

      In sostanza quindi, sebbene sia possibile, come ho indicato, avere una chance di identificare l’argento e discriminare il resto, nella pratica ci sono dei fattori che rendono questa possibilità tutt’altro che affidabile al 100%.

      Spero di esserti stato utile!
      Leonardo/Bodhi3

      Rispondi
  • 23 Gennaio 2013 in 22:54
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    ok! cortesemente se era possibile avere un suo contatto telefonico, da lasciare nella mia email..grazie.

    Rispondi
  • 15 Febbraio 2014 in 14:07
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    pero’ non avete spiegato se esiste 1 macchina all’incirca capace di rilevarle ste catenine

    Rispondi
  • 22 Febbraio 2014 in 13:58
    Permalink

    L’articolo è il più tecnico a livello teorico che si possa trovare facilmente sul web.
    È molto chiaro il discorso sulla sovrapposizione delle fasi e dunque della notevole difficoltà nel rintracciare/distinguere i target di cui in discussione.
    Premesso che il discorso non fa una piega e che personalmente adopero in mare strumenti con tecnologia vlf e strumenti con tecnologia BBS, e consapevole che tali dovendosi adattare alle varie mineralizzazioni di volta in volta, debbano coprire eventuali segnali presenti in fascia di bilanciamento, convinto che per avvicinarsi il più possibile a tali target in discussione bisognerebbe operare con un pulse e dunque tensioni di lavoro piú alte e frequenze idem e scavare ogni segnale, quale a tuo avviso dei metal pulse presenti oggi sul mercato paragonato a delle fasce di costo medio, è il metal che per caratteristiche tecniche è possibile avvicinare di più a questa tecnica per avere una rispondenza operativa quantomai fedele in virtù della diversa tecnologia appunto?!!
    Ti ringrazio anticipatamente per la tua eventuale risposta.
    Francesco

    Rispondi
    • 22 Febbraio 2014 in 22:23
      Permalink

      Intendi quale Pulse sia più efficace nella ricerca delle catenine sottili?

      Rispondi
      • 23 Febbraio 2014 in 6:02
        Permalink

        Ciao BODHI3
        Non intendo capire quali possa essere il pulse solo per le catenine sottili, ma cercare di comprendere quale possa essere ” quel pulse”
        che in corso d’opera data la diversità di tecnologia da altri metal come ho descritto nel precedente post, ne giustifichi l’azione ĺ
        appunto in campo.
        Sarebbe banale acquistare una macchina convinti di avere un ‘ affidabilità operativa del 95% e poi scoprire man mano che la si adopera che la stessa ha forti limiti.
        A me è già successo con altri metal vlf ma è ovvio che è solo colpa mia .
        Un saluto
        Francesco

        Rispondi
        • 23 Febbraio 2014 in 18:43
          Permalink

          Nei nostri terreni, data la scarsissima reperibilità di oro nativo sotto forma di pepite, le applicazioni dei pulse si limitano, molto spesso, all’uso in mare o su campi così mineralizzato da costringerne l’uso anche a patto di perdere in discriminazione. Diciamo quindi che in Italia, almeno con le macchine presenti oggi sul mercato, l’acquisto di un PI è solitamente poco remunerativo.

          Rispondi
          • 23 Febbraio 2014 in 19:16
            Permalink

            Ciao BODHI3
            Grazie per la tua preziosa analisi.
            Si mi convico anch’io che avere una macchina PI sia solo una scelta di operare in modo diverso da altre tecnologie, se poi rapporto tutto il ferrame comune che già normalmente tiro via con altri metal sia in acqua che fuori almeno nelle mie zone, credo che tra spesa iniziale di acquisto e fattore scava/tutto del PI sarebbe dura intravedere una ragione logica di acquisto per ripagarsi l’enorme dispendio di energie.
            Sono intenzionato ad acquistare il tuo libro, esiste anche la formula del contrassegno?
            Grazie ancora per la tua preziosa collaborazione.
            Francesco

          • 23 Febbraio 2014 in 20:03
            Permalink

            Purtroppo LULU.COM non permette il contrassegno. Spero che comunque non sia un problema insormontabile.

          • 23 Febbraio 2014 in 20:14
            Permalink

            No assolutamente
            Provvedo subito in altro modo, il contrassegno era solo per mia comodità.
            Ancora grazie e mi riservo di ricontattarti per ulteriori tue consulenze tecniche in futuro.
            Ciao
            Grazie
            Francesco

          • 23 Febbraio 2014 in 20:16
            Permalink

            Figurati… Resto a disposizione… 😉

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