Fisher F44: l’evoluzione dell’entry level

di Matteo Franceschini – (c) 2016 AMD Tech Team

Sono rimasto molto colpito dalla prova del Fisher F19 e quando mi è stato proposto di testare per un po’ di tempo l’F44, non me lo sono fatto ripetere due volte. L’unità per i test ci è stata gentilmente messa a disposizione dalla Geotek Center, distributrice ufficiale Fisher per il nostro Paese.

La serie è costituita da 3 diversi metal detector e proprio il nostro è quello più performante mentre gli altri due prendono il nome di F11 e F22. Le principali caratteristiche di questo metal sono il peso estremamente contenuto che si attesta intorno al chilogrammo e quando si prende in mano è leggerissimo con il poco peso pure ben ripartito…

La seconda cosa che mi ha favorevolmente colpito, è l’utilizzo di 2 batterie stilo da 1,5 volt per l’alimentazione e durano più di 25 ore (alla faccia di chi consiglia modifiche ai vari metal con super voltaggi da ridere!), è inoltre dotato di retroilluminazione con 5 step di colore rosso/arancione che in mezzo ad un bosco o in spiaggia di notte sono di grande aiuto e considerando che il metaldetector è weatherproof (da non confondere assolutamente con waterproof cioè immergibile) e quindi ci permette di cercare sotto la pioggia con cielo cupo, mi è stato di molto aiuto. Se, come successo a me, siete sorpresi da un acquazzone e continuate ugualmente la ricerca, vi consiglio di togliere le cuffie  coprendo la presa con l’apposito cappuccio, continuando con l’altoparlante onde evitare che l’acqua entri dall’unica via possibile e cioè dallo spinotto. L’unboxing e il montaggio sono semplicissimi e richiedono meno di 10 minuti, il Fisher e i relativi accessori sono tutti riposti in una piccola scatola, ben allocati e protetti.

Fate attenzione all’inserimento dell’o-ring sullo spinotto della piastra prima di inserirlo e avvitarlo a box, questo assicura l’impermeabilità. La piastra che troviamo di serie è una particolare concentrica ellittica triangolare che salta agli occhi per la sua particolare forma ed è da 11”.

Il box ed il poggiabraccio vanno avvitati all’asta che è in 3 pezzi dotati di camlock ed il gioco è fatto.

Dopo l’assemblaggio noto 2 mancanze nella dotazione di serie: la fascia in velcro del poggiabraccio e il copripiastra. Per il primo non ho avuto grandi problemi dato visto il peso irrisorio che ha l’F44 ma per il copripiastra io consiglio sempre di comprarlo perché per quanto sia dura la plastica le rocce lo sono di più (giustissima osservazione di un amico del forum).

Finito il semplice montaggio non ci resta che accenderlo e sullo schermo di generose dimensioni, appariranno una sequenza di numeri che sono una specie di test ma in meno di 10 secondi saremo prontamente operativi. Venendo alle impostazioni dello schermo ho fatto un piccolo video per meglio spiegarle e vi rimando a quello.

L’unica impostazione su cui mi fa piacere dilungarmi è il parametro VOLUME che fa la differenza con tante altre macchine di pari livello. Questo settaggio lo possiamo impostare da 0 a 20, è lo stesso presente nel Fisher F19, se impostato a 0 non avremo nessun suono ma solo l’indicazione a schermo del VDI; i valori da 1 a 9 ci permetteranno di alzare il volume sia dei target ferrosi che di quelli non ferrosi in egual modo; il valore 10 ci darà il volume del ferro a 0 e quello degli altri target al massimo; valori compresi tra 11 e 20 il valore del NON ferroso sarà sempre al massimo mentre quello del ferro crescerà con l’aumentare del valore del settaggio. Durante la ricerca ho tenuto un valore di 12 che mi se4mbra essere un ottimo compromesso tra una giusta risposta audio e una ricerca tranquilla anche in posti inquinati.

Il metal è stato in mio possesso per oltre 3 mesi e ci ho fatto molte uscite, tra l’altro usandolo anche in uscite piovose che altrimenti mi avrebbero tenuto a casa non avendo più una macchina impermeabile.

I primi test fatti e per i quali si riferiscono i video e quello che sto scrivendo, si sono svolti nel mio solito boschetto con bassissima mineralizzazione, con una indicazione del valore del ground di 60/62 ma con pietre e tanto inquinamento ferroso. Per quanto riguarda l’abbattimento del terreno vi ricordo che può essere fatto in modo semi-automatico pigiando e tenendo premuto il tasto GG e pompando fino alla stabilizzazione del suono o in maniera manuale andando nel modo A/M dove comparirà l’opzione GROUND e modificandola manualmente. Le quattro barre che compaiono sopra l’indicatore Fe3O4, ci indicheranno la crescente mineralizzazione del terreno che avremo in quel momento sotto la piastra.

Le impostazione che ho utilizzato nella prova erano: Sens. 18, Vol. 5 e modalità Custom con suoni impostati da me come spiegato nel video.

In ricerca non utilizzerei il volume a 5 ma l’ho impostato per la prova per avere un buon riscontro sia del ferroso sia del non ferroso e mantenendo un volume adeguato senza disturbare le persone che mi stavano attorno in cerca di funghi (penso, non sono un esperto).

Per iniziare ho scavato una buca di 12/13 cm, posizionando nel mezzo una moneta da 10 c. VMIII, tra le più comuni da trovare nei nostri terreni ma non troppo grande da falsare la prova e del filo di ferro arrugginito e contorto che, nonostante sia sottile, è particolarmente rognoso.

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Messo di lato alla moneta, quasi a contatto, ha restituito una rilevazione senza grossi problemi anche se a volte l’indicazione video del VDI non rimane stabilissima ma rimane inequivocabilmente scavabile e il suono lo conferma.

Per aumentare la quantità di ferro intorno alla moneta ho posizionato ai due lati due pezzi di filo di ferro, quello ad L di prima e uno tutto intrecciato dal lato opposto sempre a ridosso dei 10 centesimi. In questo caso si è abbassato ulteriormente il VDI restituito dalla macchina ma sempre rimanendo nella fascia di “scavabilità” e mantenendo il suono alto, qualche volta i due ferri venivano sentiti meglio della moneta e il trittico restituiva valori prossimi al 99 per poi tornare a valori molto più bassi. Mi è capitato spesso di scavare sopra il 90 e trovare chiodi o filo di ferro, il segreto è incrociare la spazzolata e magicamente passeremo da 90 a 10 di VDI e così eviteremo una buca a vuoto.

Fatto ciò ho testato come se la cava con l’iron masking mettendo la moneta al centro della buca, ricoprendola con una manciata di terra e poggiando sulla verticale il ferro ad L per poi terminare il riempimento con terra. In questo caso è fondamentale centrare bene la moneta per avere un’ ottima rilevazione con suono lato e tondo e uno schermo un po’ meno preciso ma che non contraddice la bontà del target. Appurato che questa prova è stata superata ho rincarato la dose di ferro mettendo il secondo pezzetto poggiato a terra sempre sopra la verticale della moneta e dell’altro ferro ma qui l’F44 si è dovuto arrendere sentendo in ogni direzione sia il suono che il VDI ferroso.

Considerando ora la velocità degli ultimi nati in casa Fisher ho posizionato a terra tre monete distanziate di una decina di centimetri e passandoci sopra con la piastra, abbiamo tre suoni puliti e distinti e anche interponendo alle monete i pezzi di ferro, i suoni non subiscono nessuna variazione.

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La cosa bella è stata aumentare sempre più la velocità di spazzolata per vedere fino a che punto avremmo avuto la separazione dei target e dal video vedrete a quanto sono arrivato.

Altro test è stato quello di poggiare i ferri direttamente sopra la moneta, fuori dalla buca, per valutare sempre la velocità di questo metaldetector. Con il primo non ha nessun e rileva la moneta come se non ci fosse nulla (il VDI si abbassa da 65 a 62) mentre con tutti e due scende a 45/47.

Per aumentare ulteriormente la difficoltà di separazione del buono dal ferroso, sono ricorso ad una vite a testa quadra di generosissime dimensioni, ponendola inizialmente a circa 6 cm dalla moneta. Preoccupandosi di centrare bene la piastra e diminuendo l’ampiezza della spazzolata, la moneta è sentita e riconosciuta bene; stringendo la distanza e portandola intorno ai 4 cm, il suono rimane alto mentre il VDI scende verso i 40. Avvicinata ancora la vitona a 2 cm dalla moneta e il suono rimane sempre buono anche se non limpido con però una indicazione saltellante tra il ferro e i 40. Lo spostamento finale è stata la vite sopra la moneta e a questo punto abbiamo un ritorno sia audio che video totalmente ferroso.

L’ultima prova è stata quella di posizionare la grossa vite in mezzo a due monete posizionate a poco più di dieci centimetri una dall’altra, il risultato è stato impeccabile passando velocemente sopra i tre oggetti o analizzandoli singolarmente.

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Portate a termine le prove in bianco mi sono dedicato per parecchie uscite alla ricerca  vera in boschi e campi e devo dire di essermi divertito parecchio. Come già accennato non mi ha fermato nulla, acqua, sole, vento non fanno differenze per questa metal.

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Non ho mai incontrato terreni mineralizzati quindi non posso pronunciarmi sul comportamento in questa condizione ma posso confermare i risultati e le sensazioni avute durante le prove. La conformazione della piastra è stata di grande aiuto durante le ricerche nel bosco che dopo le piogge di questo periodo era sempre più simile ad una selva e la possibilità di infilare anche mezza piastra in mezzo a piante e rami, ha permesso di aumentare i ritrovamenti.

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Non scordiamoci mai che possiamo avere il metaldetector progettato dalla NASA ma se non passiamo sopra i target sepolti, non li sentiremo di sicuro! Il peso aiuta e non poco la possibilità di lunghi spostamenti o sessioni di ricerca prolungate senza avere ripercussioni su muscoli e articolazioni.

Per quanto riguarda la stabilità ho fatto un breve filmato perché è una macchina silenziosissima e lavorando in condizioni pessime, con presenza di vegetazione alta con steli anche di dimensioni ragguardevoli o in un campo con erba alta un metro e bagnata dall’umidità, è stato di una stabilità sorprendente.

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Nel video si vede che l’ho sbattuto a destra e sinistra anche su grandi pietre e non ha dimostrato problemi con falsi segnali, i pochi che capitano durante la ricerca sono facilmente riconoscibili senza farci perdere tempo.

Matteo/"Matteofra"
Matteo/”Matteofra”

In conclusione mi sento di affermare che il Fisher F44 sia una macchina entry level solo per quanto riguarda il prezzo perché le prestazioni sono ben superiori anche avendo settaggi quasi accendi e vai, quando si è capito bene il funzionamento e si prende confidenza con i suoni, difficilmente ve ne separerete anche dopo molto tempo di utilizzo.

Mi piacerebbe provarlo con una piastra diversa, DD o simili e credo che le prestazione migliorerebbero ancora. Una cosa da ricordare è che tutte le impostazioni che modifichiamo rimangono in memoria anche dopo lo spegnimento, tranne la taratura del terreno che all’accensione torna automaticamente a 82, quindi ricordatevi sempre di fare l’abbattimento ad ogni accensione anche se siete nello stesso posto. L’unico piccolo appunto che posso fare riguarda le dimensioni dei due pulsanti + e – che risultano essere un pochino sottodimensionati per l’utilizzo con guanti.

Informazioni:
GEOTEK CENTER
Web: www.geotekcenter.it

 

Un pensiero su “Fisher F44: l’evoluzione dell’entry level

  • 25 Ottobre 2016 in 20:26
    Permalink

    Buon entry level, x chi va su terra lo consiglio, Io l’ho testato anche in spiaggia, (meglio usarlo in terra) o sabbia moltoooo asciutta 😉 Non usare la conf. coin, molti eurini non suonano, è configurato per le monete della Gmela.
    Saluti e baci 😀

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